|
|
Meno ma meglio
I cibi biologici ci salveranno dall'inquinamento, dalle malattie,
dagli additivi chimici onnipresenti nell'alimentazione moderna. Ma sarà
proprio vero? In senso letterale, biologico è tutto ciò che ha a che
fare con la vita: piante, animali, virus e batteri; quindi non
necessariamente commestibile e salutare. Quello che invece oggi si
intende come prodotto biologico è un alimento, una coltivazione, un
allevamento che deve soddisfare precise regole per potersi distinguere
dai prodotti standard.
Agricoltura biologica
"L'agricoltura biologica comprende tutti i sistemi agricoli
che promuovono la produzione di alimenti e fibre in modo sano
socialmente, economicamente e dal punto di vista ambientale.
Questi sistemi hanno come base della capacità produttiva la fertilità
intrinseca del suolo e, nel rispetto della natura delle piante, degli
animali e del paesaggio, ottimizzano tutti questi fattori
interdipendenti. L'agricoltura biologica riduce drasticamente l'impiego
di input esterni attraverso l'esclusione di fertilizzanti, pesticidi e
medicinali chimici di sintesi. Al contrario, utilizza la forza delle
leggi naturali per aumentare le rese e la resistenza alle
malattie."
Questa la definizione ufficiale della IFOAM (International Federation of
Organic Agriculture Movements), all'interno della quale c'è spazio per
innumerevoli scuole di pensiero e, soprattutto, per le soluzioni adatte
ad ogni singola necessità.
Di fatto una coltivazione non si considera biologica solamente perché
non utilizza prodotti chimici, ma quando rispetta l'ambiente e gli
individui che vi lavorano e vivono. In sintesi questi sono i principi
guida che dovrebbero ispirare chi desideri convertirsi all'agricoltura
biologica:
-
agire
per la salvaguardia dell'ambiente e il rispetto degli equilibri
naturali
-
ridurre
il carico inquinante apportato dalle sostanze chimiche normalmente
utilizzate nell'agricoltura convenzionale
-
salvaguardare
la salute degli operatori agricoli (rischio di intossicazioni
croniche ed acute, allergie, altre patologie)
-
ridurre
o eliminare i residui di sostanze chimiche tossiche negli alimenti
-
migliorare
le caratteristiche nutrizionali ed organolettiche dei prodotti
coltivati, cioè minor contenuto di nitrati, maggior contenuto di
vitamine, maggior contenuto di sostanza secca
-
allevare
gli animali in maniera il più possibile conforme alle esigenze
biologiche ed etologiche delle singole specie
-
valorizzare
il benessere psicofisico dell'uomo attraverso l'utilizzo di alimenti
coltivati in modo naturale
-
migliorare
la fertilità del terreno attraverso l'utilizzo di fertilizzanti ed
ammendanti organici
-
produrre
in qualità e non in quantità per affrontare i problemi di
eccedenze della comunità europea
-
rivalutare
le possibilità produttive di piccole aziende ed aziende marginali
in stato di crisi nel mercato del convenzionale
Questo
tipo di gestione dell'agricoltura si pone l'ambizioso obiettivo di
soddisfare le esigenze economiche, di alimenti per i consumatori e di
reddito per gli agricoltori, senza compromettere il capitale ambiente,
patrimonio di tutti e risorsa per le future generazioni. Coltivazioni e
allevamenti utilizzano il più possibile i processi naturali e le fonti
energetiche rinnovabili disponibili, riducendo così l'impatto
ambientale dovuto all'uso di sostanze chimiche di sintesi (pesticidi,
concimi, ormoni, antibiotici), alle lavorazioni intensive del terreno,
alle monocolture e monosuccessioni, nonché allo smaltimento
indiscriminato dei rifiuti di produzione (i liquami zootecnici e i
reflui di frantoio). I modelli agricoli più diffusi in Italia che
mettono in pratica questi principi sono l'agricoltura biologica e le
produzioni integrate.
La normativa comunitaria
Il
Regolamento CEE n. 2092/91 ha introdotto norme dettagliate per la
produzione, trasformazione ed etichettatura dei prodotti vegetali
biologici allo scopo di assicurare condizioni di concorrenza leale fra i
produttori europei e di consentire ai consumatori di distinguere queste
produzioni sul mercato. Il regolamento ha inoltre stabilito, a garanzia
dei consumatori, un regime di controllo a cui si devono
obbligatoriamente assoggettare tutti gli operatori: produttori,
trasformatori e rivenditori.
Le norme comunitarie sulla produzione biologica prevedono che la
fertilità e l'attività biologica del suolo debbano essere conservate
ed aumentate con: la reintroduzione di una adeguata rotazione
pluriennale, la coltivazione di leguminose e di altre colture da
sovescio, l'incorporazione nel terreno di materiale organico aziendale
(residui colturali, letame, compost). La lotta contro i parassiti, le
malattie e le piante infestanti, deve essere invece imperniata su:
scelta di specie e varietà adeguate, un programma di rotazione
appropriato, il diserbo meccanico e il pirodiserbo (scottatura delle
infestanti), la protezione dei nemici naturali dei parassiti grazie a
provvedimenti ad essi favorevoli (cura o impianto di siepi).
La rotazione delle colture si basa sul fatto che non tutte le piante
hanno bisogno delle stesse sostanze nutritive: alcune, mentre assorbono
dal terreno certi sali minerali, lo arricchiscono di altri. Così, ad
esempio, si alternano coltivazioni che privano il terreno d'azoto, come
il frumento, con altre coltivazioni che invece lo arricchiscono di
questa sostanza, come alcune piante che contengono nelle loro radici
batteri capaci di fissare l'azoto atmosferico, trasformandolo in
sostanze azotate utili alle piante.
La tecnica del sovescio consiste nella semina di una coltura erbacea di
breve durata (erbaio) allo scopo non di raccoglierne il prodotto, ma di
interrarne la massa verde per fertilizzare la coltura successiva o il
frutteto dove é stato seminata. L'esempio più comune é l'interramento
di erbai invernali di leguminose, come la favetta, con il quale si
possono fornire al terreno interessanti apporti di azoto. Ma il
sovescio, detto anche concime verde, può essere fatto anche seminando
graminacee, crucifere ed altre specie erbacee.
La lotta a malattie e insetti si ottiene con due metodi: la
piantumazione di siepi ed alberi che, oltre a ricreare il paesaggio,
danno ospitalità ai predatori naturali dei parassiti e fungono da
barriera fisica a possibili inquinamenti esterni; la consociazione,
ossia la coltivazione in parallelo di piante sgradite l'una ai parassiti
dell'altra.
Nel caso che questi provvedimenti non siano sufficienti a garantire
un'adeguata produzione delle colture è possibile utilizzare alcuni
prodotti commerciali, quali ammendanti (letame), concimi azotati
(pollina e guano), fosfatici (fosforiti e scorie Thomas), potassici
(sali grezzi di potassio), insetticidi (piretro, quassio, Bacillus
thuringiensis) e fungicidi (rame e zolfo). L'elenco dei prodotti ammessi
in agricoltura biologica è periodicamente aggiornato in sede
comunitaria. Pertanto è buona regola, prima dell'acquisto di un
concime, di un insetticida o di un fungicida, verificare presso gli
organismi di controllo che tale prodotto sia ammesso in agricoltura
biologica.
La produzione integrata
La
produzione integrata è un sistema di gestione complessiva dell'azienda
agricola che valorizza le risorse naturali e i meccanismi di regolazione
degli ecosistemi. La gestione corretta e l'utilizzazione prudente delle
risorse naturali sono in grado di sostituire apporti esterni quali
concimi e prodotti fitosanitari. Il minor ricorso a prodotti agrochimici
riduce l'inquinamento e i costi di produzione, migliorando l'economia
globale dell'azienda. Inoltre il rispetto degli equilibri che regolano
gli ecosistemi è garanzia per un'agricoltura vitale a lungo termine. In
questo modo si vuole assicurare una produzione duratura di alimenti e di
altri prodotti di alta qualità. La qualità non consiste solo nelle
caratteristiche interne o esterne del prodotto, ma soprattutto nei
metodi di produzione e nel ricorso limitato e giudizioso a prodotti
chimici di sintesi. Quindi si preferiranno tecnologie capaci di
consentire la conservazione e il miglioramento della fertilità del
suolo, l'incremento della diversità ambientale, la lotta biologica alle
avversità delle colture, il benessere di tutti gli animali di
allevamento. In questo modo la produzione integrata mantiene il reddito
dell'agricoltore, elimina o riduce le fonti attuali di inquinamento
agricolo dell'ambiente e sostiene le funzioni molteplici
dell'agricoltura. L'agricoltura, infatti, deve soddisfare i bisogni
della società nel suo insieme, comprese le esigenze di diversificazione
paesaggistica, conservazione delle forme di vita selvatica,
colonizzazione delle zone marginali e loro messa a coltura, salvaguardia
delle pratiche colturali e delle tradizioni rurali locali.
(dalla direttiva del 1993 dell'Organizzazione Internazionale per la
Lotta Biologica e Integrata)
Elisa Lucchesini
Tratto da Dica33.it
|