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 Alcol e nutrizione

Il vino fa buon sangue: qualcosa di vero c'è. Tutto cominciò nei primi anni 80 quando da un'ampia ricerca epidemiologica condotta in Europa si era evidenziato un primo dato sorprendente. Si era notato, in pratica, che i francesi di età media, noti per essere grossi consumatori di cibi ad elevato contenuto di acidi grassi saturi e colesterolo (il consumo di formaggio pro capite in Francia supera, ad oggi, i 22 kg l'anno), se confrontati con le altre popolazioni europee e con gli americani, avevano mostrato una netta diminuzione dell'incidenza della coronaropatia ad esito mortale (infarto acuto del miocardio). Va aggiunto che, in quanto a grosso consumo di grassi, la popolazione francese è assimilabile a quella americana che peraltro è tristemente famosa per la preoccupante incidenza dell'obesità e delle sue complicanze cardiovascolari. In ogni caso, gli studi che si sono poi susseguiti hanno evidenziato che la ragione di questa tendenza positiva (denominata " il paradosso francese") va attribuita ad alcune sostanze contenute nel vino rosso che svolgono un'attività anti-ossidante (un'azione atta a combattere i danni provocati dai radicali liberi dell'ossigeno) che è di tipo protettivo sia per il cuore sia per la salute in generale. Più precisamente, la sostanza in questione è il resveratrolo che appartiene ad un ampio gruppo di composti chimici contenuti nel vino e nelle bevande alcoliche che derivano propriamente dall'uva. Queste sostanze appartengono, a loro volta, alla grande famiglia dei flavonoidi (anche noti come polifenoli) che sono presenti negli ortaggi nella frutta e anche nelle foglie del tè.

Ma non è tutto! Infatti, resveratrolo a parte, secondo altri studi più recenti, nel vino rosso si trovano più flavonoidi che ne appoggiano il potere anti-ossidante. Inoltre, molti sono anche gli studi che attribuiscono al consumo prolungato di vino, alcune modificazioni strutturali a carico di componenti del sangue. Per esempio, secondo ricerche italiane, i globuli rossi, le piastrine e altri fattori della coagulazione, se provenienti dal sangue di soggetti considerati forti bevitori, quando vengono stimolati (in laboratorio) da un forte insulto ossidativo, mostrano una differente composizione strutturale al confronto con le cellule del sangue che provengono invece da soggetti di controllo che non sono bevitori abituali. Quindi, sempre senza eccessi, un bicchiere di vino rosso ai pasti, può essere consigliabile.


L'alcol come nutriente
A proposito di consigli sulla quantità di consumo raccomandabile per le bevande alcoliche. Sebbene proprio tali bevande, e per gli italiani il vino in particolare, rappresentano da tempo immemorabile uno dei componenti dell'alimentazione quotidiana, il punto di vista delle raccomandazioni dietetiche, è ancora controverso. Infatti, ci sono nutrizionisti che sostengono che l'alcool, non rientrando tra i principi nutritivi classicamente riconosciuti (zuccheri, grassi, sali minerali, vitamine e acqua) non dovrebbe essere inserito nelle tabelle di composizione alimentare né andrebbe considerato nel calcolo dei fabbisogni giornalieri per i soggetti sani (LARN - livelli di assunzione raccomandati per i nutrienti). È questa l'occasione per chiarire che, in linea generale, le vitamine e le proteine sono presenti nel vino in scarsa quantità, ma i sali minerali si trovano in buona quantità in tutti i fermentati alcolici. Inoltre, vino e superalcolici, sempre secondo i più rigidi esperti, conterrebbero come unico principio nutritivo i glucidi (gli zuccheri). Il problema non risolto, quindi, consiste nel fatto che l'alcol etilico non è in grado di soddisfare, da solo o aggiunto agli altri alimenti, le importanti funzioni che vengono riconosciute ai nutrienti classici e che li rendono raccomandati. Non si deve però trascurare che, l'alcol ha un elevato potere calorico, infatti, la combustione di 1 grammo sviluppa 7,1 calorie. Ma non è un buon combustibile, perché brucia troppo rapidamente. Le calorie realizzate dalla trasformazione dell'alcol da parte del nostro organismo, vengono rapidamente disperse sotto forma di calore che si dissolve in pochi istanti a causa della vasodilatazione cutanea che si verifica dopo aver bevuto. In quanto alla relazione tra grosso consumo di alcol e aumento dei depositi di grasso corporeo (azione ingrassante), è evidente che se assunto in eccesso rispetto alle esigenze energetiche, l'alcol finisce col determinare un vero effetto ingrassante. Tant'è che nel trattamento dell'obesità basta diminuire o eliminare del tutto le bevande alcoliche, per ottenere un primo rapido dimagramento.

L’alcol come anti-nutriente
Esiste, però, un altro grosso pericolo, quando si tenta di sostituire le calorie necessarie all'attività quotidiana , aumentando il consumo di alcol, si può ottenere una riduzione del peso corporeo, ma si rischiano grossi danni e si va incontro ad uno stato di malnutrizione plurifattoriale, la stessa condizione che si verifica negli alcolisti cronici. Queste persone, infatti, soffrono per gravi disturbi essenzialmente dovuti al danno generalizzato che l'alcol provoca in primo luogo a livello dell'apparato gastroenterico e digestivo (epatopatia cronica e acuta, pancreatite, gastrite, malassorbimento intestinale, cirrosi scompensata ed encefalopatia alcolica terminale).

Quindi, per le quantità raccomandabili, ci limiteremo alle indicazioni dell'OMS in linea con i LARN per la popolazione italiana . Più essere precisi, si può affermare che per la popolazione italiana adulta un'assunzione quotidiana di 40g di alcol possa essere concessa (questo vale per gli uomini, per la donna, invece, si deve diminuire a 30g al giorno). In pratica, non più di 3 bicchieri di vino da ripartire tra i due pasti principali per i maschi e non più di 2 bicchieri per le donne; un poco meno per i soggetti anziani che vanno qui assimilati alle donne.


Insomma, quante sono le calorie in un bicchiere?

Per essere pratici e correttamente informati, il sistema di calcolo è il seguente:
1. ricordate che sull'etichetta il numero di gradi alcolici è espresso in volume % 
2. moltiplicate i gradi alcolici per 0,8 (peso specifico dell’alcol)
3. il risultato della moltiplicazione darà i gradi per 100millilitri della bevanda
4. infine, moltiplicate questo secondo valore per 7 (Kcal per grammo date dall’alcol), otterrete così il numero di Kcal per 100millilitri di bevanda (pari alla quantità di liquido contenuta in un bicchiere da vino)

Eccovi alcuni esempi pratici:

bevanda

alcol
(vol.%)

dose
abituale in ml

alcol
per dose

kcal
per dose

Vino rosso secco

11-12 

150-200

13-19

90-130

Vino bianco secco

10-11 

150-200

12-18

85-125

Amaro

25

50

10

70

Grappa

42

40

13,5

95

Whisky

43

40

14

100

Cognac

42

40

13,5

95

Brandy

40

40

13

90

Liquori da dessert

36

40

11

125

Birra chiara

3,5-5

330

9-43

100-140

Un'ultima curiosità
Si può definire astemio solo chi beve minime quantità di alcolici, magari per un brindisi di rito, e lo fa per non più di 5 volte in un anno; gli altri seppure non dediti all'alcol, sono da considerarsi bevitori. Moderati (quelli che bevono un bicchiere a pasto e non sempre), discreti (quelli che bevono giornalmente secondo le raccomandazioni) e grandi bevitori abituali (quelli che superano ogni giorno o quasi i 250-300 ml di alcolici, cioè oltre 3 bicchieri di vino più un superalcolico).

Patrizia Maria Gatti

Tratto da Dica33.it

 

 

 

 

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