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SALUTE |
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Disturbi del comportamento alimentare ·
- possono migliorare la comunicazione tra tutti i
componenti della famiglia specie quella con i propri figli ·
- devono evitare di colpevolizzare la figlia per i
suoi cambiamenti di comportamento nei confronti del cibo, possibilmente
senza far riferimento al modello della "brava ragazza" ·
- non è utile che la famiglia si autocolpevolizzi
per prima, ma piuttosto che divenga una risorsa costruttiva per i disagi
e le sofferenze della figlia ·
- devono ricordare che il problema alimentare è
solo l'apparenza di un disagio psicologico molto più profondo che può
essere nato nella figlia in età infantile ·
- non insistere e non discutere a tavola se la
figlia rifiuta il cibo ·
- non dovrebbero accentrare tutta l'attenzione
solo su quella figlia e su quel problema, specie se in famiglia ci sono
altri figli ·
- non devono rinunciare alla vita di relazione e
sociale della famiglia isolandosi da amici e parenti per nascondere il
problema, ma senza tralasciare di proporre il proprio appoggio alla
figlia che soffre in ogni possibile situazione critica ·
- se la famiglia ha l'abitudine di mangiare
riunita è bene cercare di stimolare la ragazza a restare a tavola con
gli altri ·
- se la ragazza mostra delle preferenze per
particolari cibi si può accontentarla e coinvolgerla nella preparazione
in cucina e negli acquisti · - nessuno, in famiglia, deve assumere il ruolo
di controllore del peso della ragazza ·
- quando si presenta l'occasione propizia cercare
di entrare in argomento (cibo e salute) con la figlia e semmai demandare
un primo approccio al proprio medico di famiglia che potrà arrivare
agli specialisti adatti. Consigli per
amici, insegnanti e compagni di scuola ·
- possono dare maggiore ascolto e attenzione (da
diversi punti di attenzione) alla ragazza che mostra qualche problema
·
- individuata una ragazza a rischio, che mostri,
per esempio, repentini cambiamenti di comportamento, gli insegnanti
possono stimolare una discussione o meglio un colloquio, sempre in
privato, mai davanti agli altri scolari ·
- gli insegnanti, in particolare quelli di
biologia e scienze naturali, possono organizzare corsi sulla nutrizione
(spesso la persona con problemi manifesta particolare interesse) ·
- gli insegnanti possono essere ottimi consiglieri
per la famiglia per indirizzare verso centri specializzati. Gli amici dal canto loro: ·
- non devono prendersi da soli la responsabilità
di controllare l'amica sofferente ·
- non devono mai suscitare discussioni sul cibo
quando si trovano a tavola in compagnia di altri ·
- non devono sostituirsi alla famiglia nel ruolo
di sostegno ·
- non devono mai essere giudicanti nei confronti
del problema o di un comportamento anomalo ·
- non devono mai dare consigli sul peso,
sull'attività fisica o sull'aspetto di una persona, cioè non devono
diagnosticare né controllare meticolosamente ciò che la persona mangia
·
- non devono promettere di mantenere il segreto
delle rivelazioni confidenziali della persona malata troppo a lungo; è
bene informare presto un famigliare, ma non prima di averne parlato con
la persona interessata. Patrizia
Maria Gatti Tratto
da Dica 33.it
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